Anche se non dovrebbe andare così, ci sono vite che appena iniziate si trovano subito davanti a ostacoli enormi. Come nel caso della piccola Happy Poline, che abbiamo incontrato in un piccolo villaggio dell’Uganda.
Aveva solo 9 mesi quando ci è stato chiesto di intervenire: soffriva di una grave patologia al cuore e l’unica possibilità di salvarla era un intervento chirurgico urgente.
Una vera e propria corsa contro il tempo, anche perché in Uganda, un intervento chirurgico così complesso è impossibile da eseguire.
Così, quando il dottor Tito Squillaci – medico italiano che lavora nell’ospedale di Kalongo – ci ha chiamati, ci siamo messi subito in moto.
Abbiamo trovato un’accompagnatrice che sarebbe partita con la bambina e sua madre alla volta di Milano, abbiamo preparato i documenti e organizzato il viaggio. Ma all’aeroporto, la compagnia aerea ha rifiutato l’imbarco: le condizioni di salute di Happy Poline erano troppo gravi per affrontare il volo. La situazione è precipitata velocemente e la piccola ha iniziato ad avere sincopi e crisi respiratorie.
Senza perdere tempo, l’abbiamo portata al Benedict Medical Centre, la clinica fondata da padre Giovanni Scalabrini: è stato un momento delicatissimo, ma siamo riusciti a stabilizzarla abbastanza da poterla veder partire, qualche giorno dopo, alla volta dell’Italia e dell’ospedale Niguarda di Milano.


Una corsa contro il tempo.
Oggi, anche grazie all’intervento di Mission Bambini e alla loro esperienza nel trattamento delle cardiopatie infantili, possiamo dirlo: Happy Poline ce l’ha fatta. Il suo cuoricino batte forte e pieno di vita.
Ma la verità è che non dovrebbe andare così.
Non dovrebbe essere così difficile accedere a cure adeguate. Non dovremmo dover lottare contro così tanti ostacoli logistici, burocratici ed economici per salvare una vita.
E Happy Poline non è un’eccezione: in Uganda, sono tanti i bambini che ogni giorno affrontano condizioni di salute complesse senza avere gli strumenti per combatterle.
Cosa puoi fare tu
Quello che oggi ci resta più impresso non è solo il sollievo per la sua guarigione, ma è anche tutto ciò che ha reso possibile il suo salvataggio: una rete di persone, medici, volontari, sostenitori che non si sono mai tirati indietro nonostante le avversità.
Unisciti anche tu a questa rete: sostieni il Fondo farmaci gratuiti e garantisci cure a chi non può permettersele. Ogni piccolo gesto si trasformerà in una speranza che torna a brillare.