Miriam ha 9 anni, frequenta la quarta elementare alla Kireka Barracks Army Schoo e ha già imparato cosa significa vivere nella paura. Non per un brutto sogno, ma per un gesto quotidiano che dovrebbe essere semplice e sicuro che però, a Kampala rappresenta una vera e propria sfida: andare a prendere l’acqua.
Miriam vive in cima a una collina, nella baraccopoli di Acholi Quarters. Dopo l’abbandono del padre, tre anni fa, la sua mamma si prende cura da sola dei dodici figli e tra le tante responsabilità che gravano sui bambini, c’è anche quella di portare l’acqua per tutti.
Per Miriam, questa non è solo una fatica. È un pericolo.
«Ho paura ad attraversare la strada per andare al pozzo — racconta — Ho visto persone morire investite. Ma non ho scelta. È lì che prendiamo l’acqua gratis.»
I rubinetti più vicini? Non funzionano quasi mai. «Siamo sulla collina, i rubinetti rimangono spesso asciutti. E quando c’è l’acqua, costa troppo: 200 scellini a tanica e ne servono tante.»
Miriam e i suoi fratelli non dovrebbero rischiare la vita per un bene che dovrebbe essere garantito a tutti: eppure, in troppi angoli delle baraccopoli di Kampala accedere all’acqua resta una lotta quotidiana.
Con il progetto Emergenza Acqua vogliamo cambiare questa ingiustizia.
Insieme, vogliamo portare acqua sicura, pulita e accessibile a chi ne ha più bisogno. Perché l’acqua è vita e nessun bambino dovrebbe rischiare la propria per ottenerla.
Scopri di più sul progetto L’acqua è vita, l’acqua è speranza