Sostegno a distanza: la storia di Tracy

In un angolo nascosto di Kitintale, un sobborgo popolare di Kampala, vive una ragazza di appena 15 anni. Si chiama Tracy. Non la troverai tra i banchi di scuola, né nei cortili dove i suoi coetanei giocano e crescono insieme, perché Tracy si prende cura di bambini più piccoli di lei, figli di una famiglia che non è la sua.

Daniele Valerin, il nostro Direttore, l’ha incontrata per caso durante una visita sul campo: indossava una maglietta da basket, proprio della squadra in cui anni fa aveva giocato Daniele. Un semplice dettaglio, un puro caso, ma sufficiente ad aprire una porta sulla sua storia.

Tracy viene dal distretto di Nebbi, nel Nord dell’Uganda. Suo padre è venuto a mancare e la madre Agnese, contadina, fatica ogni giorno per provvedere ai figli. I suoi sforzi, infatti, non bastano: nessuno dei fratelli di Tracy va a scuola e anche lei ha dovuto abbandonare gli studi quando frequentava la quarta primaria.

Per aiutare la sua famiglia è stata mandata presso una famiglia di Kampala e oggi lavora come babysitter: una bambina che si prende cura di altri bambini. Guadagna 50.000 scellini ugandesi al mese, meno di 12 euro. Eppure, spesso nemmeno quei pochi soldi arrivano, perché anche chi la impiega vive in condizioni economiche precarie.

Eppure, dentro di lei, la speranza non si è spenta, tanto che ha raccontato con fermezza a Daniele: «Voglio ancora tornare a scuola».

Quel desiderio, pronunciato a bassa voce, è il grido silenzioso di tanti bambini costretti a crescere troppo in fretta: è la scintilla che può trasformare il futuro di una ragazza — e forse di un’intera famiglia. Perché l’istruzione non è solo un diritto, è uno strumento di libertà. È l’inizio di un futuro diverso.

Tracy dovrebbe portare uno zaino sulle spalle, non il peso della sopravvivenza.

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Tracy ci ricorda che ogni storia merita ascolto e che anche quando tutto sembra perduto, un piccolo gesto può riaccendere la speranza. 

Scopri di più sul nostro Sostegno a distanza e cambia per sempre la vita di Tracy e di tanti altri bambini ugandesi.

Sostegno a distanza: Proscovia

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