Joyce ha solo 11 anni, ma sulle sue spalle pesa già una responsabilità enorme: garantire l’acqua alla sua famiglia. Joyce vive con la mamma e sei fratelli nella baraccopoli degli Acholi Quarters, a Kampala, una delle zone più povere e sovraffollate della capitale ugandese e ogni giorno, prima e dopo la scuola, deve riempire taniche e recipienti molto pesanti per assicurarsi di avere un minimo di acqua in casa.
«Durante le vacanze o nei fine settimana mi piace andare a prendere l’acqua — racconta Joyce — ma nei giorni di scuola è diverso. Torno a casa stanca e devo comunque andare a riempire i bidoni. Il problema è la distanza: viviamo in cima alla collina e salire e scendere con le taniche piene è davvero faticoso.»
Ma non è solo la fatica a preoccupare questa bambina: la strada che porta all’acqua è pericolosa e bisogna fare molta attenzione. «Per arrivare al punto d’accesso all’acqua più vicino dobbiamo attraversare la strada principale, molto trafficata. Ho visto persone investite da auto e moto e a volte ho paura. Quando siamo in gruppo, qualche adulto ci aiuta ad attraversare, ma non sempre c’è qualcuno.»
Così chiediamo a Joyce se non ci sia un punto di approvvigionamento all’acqua più vicino, magari nel suo nel quartiere, ma la ragazza scuote la testa: «Ci sono dei rubinetti comunitari, ma viviamo sulla collina e spesso l’acqua non arriva fin qui. E poi l’acqua dei rubinetti si paga e per noi è troppo costosa.»
Quella di Joyce è la storia di tantissimi bambini e famiglie che, ogni giorno, rischiano la vita e si logorano per garantire il diritto più semplice e fondamentale: l’accesso all’acqua.
Ma insieme possiamo cambiare le cose.
Con l’iniziativa L’acqua è vita, l’acqua è speranza, vogliamo portare acqua sicura, pulita e accessibile anche nelle zone più difficili, come negli Acholi Quarters dove vive anche Joyce. Perché nessun bambino debba più rischiare la vita per un bene così essenziale.