Jennifer ha 40 anni ed è madre di 5 figli. Convive da diverso tempo con l’HIV, ma non si è mai lasciata abbattere: ha sempre fatto di tutto per sostenere la propria famiglia e garantire l’istruzione ad almeno 3 dei suoi 5 figli. Prima del lockdown, svolgeva diversi lavori saltuari con cui guadagnarsi da vivere, ma dall’inizio della pandemia è cambiato tutto.
A causa delle restrizioni e dei divieti di spostamento non ha più potuto svolgere i lavoretti che prima le permettevano di sopravvivere, come vendere del cibo al mercato o fare le pulizie a casa di conoscenti. Non avendo di che mangiare, Jennifer ha iniziato a prendere i farmaci per la sua malattia a stomaco vuoto, finché dopo una brutta ricaduta è stata ricoverata in ospedale per quattro mesi. “La fame e i farmaci antiretrovirali non vanno d’accordo, quando prendo i farmaci a stomaco vuoto divento molto debole e questo non fa bene alla mia salute” ci ha raccontato Jennifer.
Durante i quattro mesi in ospedale, la sua salute si deteriorava giorno dopo giorno e il pensiero che i suoi figli dovessero badare a sé stessi senza di lei la faceva stava ancora peggio. Così, anche se debole, Jennifer chiese di essere dimessa dall’ospedale per poter stare con i propri bambini. La sua debolezza fisica però non gli permetteva ancora di lavorare, e quindi i suoi figli continuarono a provvedere alla famiglia. Non riuscendo a guadagnare abbastanza però, continuarono a soffrire la fame giorno dopo giorno.
La distribuzione di pacchi alimentari però è arrivata nelle loro vite proprio al momento giusto, permettendo a Jennifer di non prendere più i suoi farmaci a stomaco vuoto e assicurando ai suoi cinque bambini almeno un pasto al giorno. Grazie al Fondo emergenza la famiglia ha ricevuto in dono un po’ di serenità, nell’attesa che Jennifer torni in forze e la situazione si stabilizzi, così che possa col tempo tornare a lavorare e a sostenere la propria famiglia.
Jennifer ha voluto ringraziarci di persona, e noi non dimenticheremo mai le sue parole: “Siamo grati e riconoscenti all’organizzazione per averci portato il cibo e per aver davvero identificato le persone più bisognose come noi, perché molti promettono e non mantengono. Questo cibo cambierà la nostra vita almeno per un breve periodo“.